Marco 16,15-20; Atti 1,1-11; Salmo 46; Efesini 4,1-13
L’evento dell’Ascensione, ultimo della vita terrena di Gesù, compie e illumina tutta la sua opera di salvezza.
L’Ascensione, che rappresenta la dimensione cosmica e universale della risurrezione (cf. Ef. 1,20-5; Sal 47,3.9s.; 68,19.29ss.) ed è già prefigurata nella trasfigurazione (Lc 9,31s.), è insieme l’esodo di Cristo (Lc 9,31) e il suo ritorno al Padre (Gv 13,1; 14,12.28; 16,28; 20,17), l’approdo alla gloria (Gv 13,31s.; 17,1.5) e la piena realizzazione del suo sacerdozio (Ebr 8,1ss.; 9,11s.-24), la promessa per il dono dello Spirito (Gv 15,26; 16,7) nell’attesa della parusia (Mc 14,62 par.; Lc 21,27; Dan 7,13s.).
Venuto dal Padre, Gesù vi ritorna; l’Ascensione passa per la morte accettata per obbedienza, per l’annientamento al cui fondo si attua la glorificazione (Fil 2,7ss.).
L’Ascensione non è tanto un fatto, quanto un modo di essere; essa è un evento perenne: continuamente il Figlio fatto uomo, ritornando nel seno del Padre, ascende alla gloria di lui (Gv 10,17s.). E poiché il Figlio…
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