Letture patristiche della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE e della Domenica “DELLE BEATITUDINI”, 4 TO A

Luca 2,22-40; Malachia 3,1-4; Salmo 23; Ebrei 2,14-18

 

 

  1. Maria risplende per il singolare privilegio di un glorioso martirio

Spesso una madre, addolorata per la sofferenza del figlio, soffre più del figlio stesso. È questo l’effetto dell’amore: di assumere in sé il dolore altrui e far sì che, con l’aumento del dolore, più dell’altro soffra colui che lo compatisce, al punto che spesso desidera soffrire lui solo, affinché l’altro non soffra. Nella sofferenza della compassione, l’anima di chi partecipa è divisa in qualche modo da se stessa e in se stessa. Poiché quando soffre una persona amata, per associarsi al suo dolore, l’anima le si dona ed esce da sé spinta dalla compassione, per unirsi a lei e soffrire al suo posto. E, in certo modo, mostra di appartenere a colui con il quale si è compenetrata per il sentimento di compassione, come

se vivesse in quello di cui sente il tormento. Perciò il vecchio Simeone, profetizzando di Cristo, disse: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione »;e subito, rivolgendosi alla Beata Vergine, aggiunse: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34.35); cioè: la tua anima, quasi fosse la sua, sarà trafitta da una spada.

Si può anche intendere così: la tua stessa anima, cioè la tua propria anima sarà trafitta da una spada. Infatti la Madre di Dio, che sapeva amare più di tutti, come anche più di tutti era amata, soffriva con il Figlio morente come fosse lei stessa a soffrire. Il suo dolore era proporzionato al suo amore. Amando il Figlio più di se stessa, portò nel cuore con un intimo dolore tutte le ferite che erano inferte al corpo del Figlio. Il suo martirio fu la passione di Cristo. La carne di Cristo era…

(Dal «Trattato sulle parole dell’Apostolo: La parola di Dio è viva ed efficace»

di Baldovino di Canterbury, vescovo)

Per scaricare il file .doc delle Letture patristiche relative alla Presentazione del Signore al Tempio cliccare QUI

 

 

Matteo 5,1-12; Sofonia 2,3; 3,12-13; Salmo 145; 1 Corinti 1,26-31

 

DISCORSO 53 SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 5:”BEATI I POVERI DI SPIRITO”, ECCETERA

di sant’Agostino, vescovo (PL 38, 364-372)

 

Tutti vogliono essere felici.

1. 1. La solennità della santa vergine, che rese testimonianza al Cristo e meritò di riceverla dal Cristo, che fu uccisa in modo palese, ma premiata in modo invisibile, mi suggerisce di parlare alla Carità vostra sull’esortazione che poc’anzi il Signore ci rivolgeva nel Vangelo, ove indica molte ragioni per aver la felicità desiderata assolutamente da tutti. Non si può infatti trovare nessuno che non vorrebbe esser felice. Ma volesse il cielo che allo stesso modo che gli uomini desiderano il premio, non rifiutassero le opere che riceveranno il premio! Chi non correrebbe subito qualora si sentisse dire: “Sarai felice”? Cerchi di udire volentieri anche quando gli vien detto: “Se farai così”. Non si rifugga la lotta se si ama il premio: anzi la prospettiva del premio infiammi l’anima a fare con entusiasmo le opere buone. Il premio che vogliamo, che desideriamo, che domandiamo, verrà in seguito, mentre ciò che ci vien comandato in vista del premio che verrà in seguito, deve compiersi adesso. Ecco: comincia a…

 

Per scaricare il file .doc delle Letture patristiche relative al Discorso delle Beatitudini cliccare sul pulsante in basso