Mt 14,13-21; Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8,35.37-39
La pericope evangelica di questa XVIII Domenica fa parte di un complesso che gli esegeti designano convenzionalmente con il nome di «sezione dei pani», perché gravita attorno al racconto delle due moltiplicazioni dei pani. Tutta la sezione è concepita in modo che Gesù appaia come il nuovo Mosè, che offre una manna assai superiore a quella antica (Mt 14,13-21: Dom. odierna), trionfa sulle acque del mare come Mosè (Mt 14,22-33: Dom. XIX), libera il popolo dal legalismo in cui la legge di Mosè era caduta (Mt 15,1-9) e apre l’accesso alla terra promessa non solo ai membri del popolo eletto, ma anche ai pagani (Mt 15,21-28: domenica XX). In un luogo deserto Gesù ha saziato gli uomini che avevano fame.
Il regno di Dio, di cui Gesù proclama l’avvento, non è di questo mondo, ma è in rapporto diretto con esso. Il miracolo della moltiplicazione dei pani è per il cristiano un segno e un appello. Non si può pensare che esso non si manifesti anche come una risposta effettiva a quel bisogno fondamentale dell’uomo, che è il bisogno di pane. La partecipazione al pane di vita si manifesta traducendosi necessariamente nella decisa volontà di tentare tutto affinché gli affamati siano saziati, coloro che hanno sete possano bere, coloro che sono nudi possano ricoprirsi, ecc. (Mt 25). La partecipazione al banchetto eucaristico diventa per il cristiano…
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