Mt 16,21-27; Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2
- La Chiesa segue il Cristo dovunque
«Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). Cioè: se qualcuno vuol essere mio discepolo, segua coraggiosamente lo stesso cammino di sofferenza che io ho seguito, percorra la stessa strada e l’ami: allora riposerà insieme con me e con me dimorerà; per noi infatti chiedeva a Dio Padre: «Voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io» (Gv 1 7, 24).
Siamo col Cristo anche quando dimoriamo sulla terra, vivendo non secondo la carne ma secondo lo spirito, sforzandoci di riposare in ciò che a lui piace. Nel libro dei Numeri troviamo un’immagine di questa realtà: quando il santo tabernacolo fu innalzato nel deserto, una nube lo riempì; e Dio comandò ai figli d’Israele di muoversi e sostare insieme alla nube, rispettando diligentemente i tempi stabiliti per le partenze: a quelli poi che fossero tentati di pigrizia, fece comprendere quanto fosse pericoloso trasgredire questa norma.
Cerchiamo di penetrare il significato spirituale di questi fatti. Quando fu innalzato e apparve sulla terra il vero e perfetto tabernacolo che è la Chiesa, essa fu riempita dalla gloria di Cristo. Questo voleva significare, a mio parere, la nube che ricopriva l’antico tabernacolo. Con la sua gloria il Cristo ha riempito la Chiesa e risplende come fuoco, emanando un’immensa luce spirituale per coloro che sono immersi nell’ignoranza e nell’errore, come avvolti dalle tenebre della notte. Per quelli invece che sono già illuminati e nel cui cuore risplende la luce spirituale, egli emette ombra e protezione e li inonda di celeste rugiada, cioè delle soprannaturali consolazioni dello Spirito: ecco perché appare come fuoco di notte e come nube di giorno.
Chi infatti è all’inizio del cammino, dev’essere…
(Dal trattato «Sull’adorazione in spirito e verità» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo)