Marco 8,27-35; Isaia 50,5-9a; Giacomo 2,14-18
- Le due nature in Cristo
A proposito di questa unità della persona da intendersi nelle due nature, si legge che il figlio dell`uomo è disceso dal cielo, quando il Figlio di Dio assunse carne dalla Vergine da cui nacque. E si dice ancora che il Figlio di Dio fu crocifisso e sepolto, per quanto egli abbia sofferto tutto ciò non nella sua divinità, per la quale l`Unigenito è coeterno e consustanziale al Padre, ma nella debolezza della natura umana. Per questo tutti professiamo nel Simbolo che l`unigenito Figlio di Dio fu crocifisso e sepolto, secondo quanto dice l`Apostolo: «Se infatti lo avessero saputo, non avrebbero mai crocifisso il Signore della maestà» (1Cor 2,8).
E lo stesso Signore nostro e Salvatore, volendo ammaestrare nella fede i suoi discepoli, li interrogò chiedendo loro: «La gente chi dice che sia io, Figlio dell`uomo?». E avendo quelli riferito alcune opinioni altrui, disse: «Ma voi, chi dite che io sia?». Chi dite che sia io, proprio io, che sono figlio dell`uomo, che voi vedete in condizione di schiavo, in una carne vera? E allora san Pietro, divinamente ispirato, per giovare con la sua professione a tutte le genti disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). E ben giustamente il Signore lo proclamò beato e a buon diritto dalla pietra angolare (Cristo) egli derivò la forza e il nome, perché per divina rivelazione egli lo proclamò messia e insieme Figlio di Dio.
Accettare una di queste due realtà senza l`altra, nulla avrebbe giovato alla salvezza, ed era ugualmente pericoloso credere che il Signore Gesù Cristo fosse solamente Dio e non uomo, o solo uomo e non Dio… La Chiesa cattolica vive e cresce in questa fede: in Gesù, non crede all`umanità senza vera divinità, e neppure alla divinità senza vera umanità.
(Leone Magno, Epist. 28, ad Flav.)
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