Gv 1,6-8.19-28; Is 61,1-2a.10-11 (leggi 61,1-11); Cant. Lc 1; 1Ts 5,16-24 (leggi 5,16-28)
Se tutto l’avvento è tempo di gioia nell’attesa del Signore che viene, lo è particolarmente la terza domenica, così prossima ormai alla manifestazione del Signore da farci esultare di gioia incontenibile perché sempre più si avvicina la nostra liberazione e, come dice l’Evangelo, colui che deve venire è già in mezzo a noi.
Da secoli la profezia lo aveva annunziato come l’unto del Signore, mandato a portare salvezza e libertà e ad annunziare la misericordia di Dio. Realizzata ormai questa promessa, s. Paolo, proiettando la nostra attenzione verso la fine del tempo, ci vuole santi, integri e irreprensibili nell’attesa del ritorno del Signore Gesù nella gloria. Iddio stesso opererà in noi questa santificazione, che non può essere opera nostra, in virtù del sangue di Cristo che ci purifica e santifica, e custodirà tutto il nostro essere irreprensibile per il giorno di Cristo, perché possiamo aver parte con lui alla gloria che allora sarà manifestata…
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