Giovanni 1,29-34; Isaia 49,3.5-6 (leggi 49,1-7); Salmo 39; 1 Corinzi 1,1-3
La maggior parte del messale è occupata dalle settimane del tempo ordinario, che comincia dopo la celebrazione del battesimo di Gesù, e riprende il lunedì dopo la pentecoste, per culminare nella domenica dedicata a Cristo, re dell’universo. Più che di un vero e proprio tempo liturgico, si tratta di una serie di Domeniche in cui si celebra il mistero della salvezza. Ciascuna di esse, come è sempre stato fin dalle origini della Chiesa, è veramente il giorno del Signore, il giorno in cui l’assemblea cristiana ascolta la Parola di Dio e spezza il Pane eucaristico per diventare sempre più il corpo del Cristo. Il tempo ordinario, dunque, non è affatto banale o insignificante. Non ha nulla di ordinario, nel senso peggiorativo che normalmente si dà a questo termine, perché è il teatro di un’avventura la cui posta in gioco è la santificazione del mondo degli uomini: le persone, le società e l’intero universo.
«Il ministero di Giovanni è sempre in azione nel mondo. Se uno è destinato a credere in Gesù Cristo, bisogna che prima lo spirito e la potenza di Giovanni vengano nella sua anima per preparare al Signore un popolo perfetto, per spianare le vie e raddrizzare i sentieri, addolcendo le asperità del cuore. Non solo ai tempi del vangelo venne preparata la strada al Signore: anche oggi lo spirito e la potenza di Giovanni precedono la venuta del salvatore». (Origene, Omelia sul vangelo di san Luca, 4,6)
Fedele al suo ruolo di precursore, il Battista ha distolto dalla sua persona l’attenzione degli uomini inviati da Gerusalemme per indagare sul suo conto: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete» (Gv 1,26). Quanto a lui, Giovanni, non è che la «voce» della «Parola» a cui è chiamato a preparare la via. Secondo la tradizione giudaica, il messia doveva rimanere nascosto finché Elia non gli avesse conferito l’unzione e non lo avesse rivelato pubblicamente ad Israele. Prima di battezzare suo cugino, Giovanni stesso non sapeva che era il Messia. Ma ora ha visto, e gli rende testimonianza. Ha visto lo Spirito discendere e fermarsi su Gesù, e ha intuito in lui, alla luce delle Scritture, l’agnello dell’espiazione futura, il servo scelto da Dio per battezzare nello Spirito: «È il figlio di Dio»! (v. 34). Presentando Gesù, il quarto Evangelo annuncia…
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