LECTIO DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE, Festa della S. Famiglia (B)

Lc 2,22-40; Gen 15,1-6; 21,1-3; Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19

 

In questa domenica dopo il natale la liturgia porta il nostro sguardo di fede sulla famiglia di Nazareth nella quale «Dio, nostro Padre, ci ha dato un vero modello di vita» (colletta 1). La Chiesa e il mondo contemporaneo s’interrogano, oggi più che mai, circa il disegno di Dio sulla famiglia. Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che manifestano la presenza di Dio, come la crescita della libertà e della responsabilità nella paternità e nell’educazione, la legittima aspirazione della donna all’eguaglianza di diritti e di doveri con l’uomo, l’apertura al dialogo verso tutta la grande famiglia umana, la stima delle relazioni autenticamente personali, dall’altra si constatano crescenti difficoltà, come la degradazione della sessualità, la visione materialistica ed edonistica della vita, l’atteggiamento permissivo dei genitori, l’indebolirsi dei vincoli familiari e della comunicazione tra generazioni.

Se nel giorno di Natale abbiamo contemplato l’evento puntuale della nascita di Gesù a Betlemme e la sua adorazione da parte dei pastori, i poveri di Israele (cf. Lc 2,1-20), la pagina evangelica odierna attira la nostra attenzione su un altro aspetto del mistero della sua venuta nella carne. L’incarnazione comprende anche la crescita di Gesù, il suo divenire uomo nello spazio di una famiglia precisa e di un ambiente sociale e religioso determinato: è in questo contesto terreno e ordinario che “il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”. Gesù ha realmente conosciuto una crescita umana e spirituale, affettiva e psicologica. È importante sottolineare il quotidiano e faticoso “divenire uomo” da parte di Gesù, che abbraccia tutti gli aspetti della sua umanità, a partire…

 

 

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