Letture patristiche della Domenica «DELLA VIGNA E DEI TRALCI» V di Pasqua, Anno B

Gv 15,1-8; At 9,26-31; Sal 21; 1 Gv 3,18-24

OMELIA 80

di Sant’Agostino, Vescovo (Giov. 15, 1-3)

 

La potenza della parola che il Signore ha rivolto a noi.

Questa parola della fede possiede tale efficacia nella Chiesa di Dio che quando per mezzo di questa crede, offre il sacrificio, benedice e battezza, essa rende puro anche un piccolo bambino che non è ancora in grado di credere col cuore per ottenere giustizia né di fare con la bocca professione di fede per la salvezza.

1. In questo passo del Vangelo, o fratelli, in cui il Signore dice che lui è la vite e i suoi discepoli i tralci, lo dice in quanto egli, l’uomo Cristo Gesù, mediatore tra Dio e gli uomini (cf. 1 Tim 2, 5), è capo della Chiesa e noi membra di lui. La vite e i tralci, infatti, sono della medesima natura; perciò, essendo egli Dio, della cui natura noi non siamo, si fece uomo affinché in lui l’umana natura diventasse la vite, di cui noi uomini potessimo essere i tralci. Ma perché dice: Io sono la vite vera (Gv 15, 1)?…

 

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