Luca 12,13-21; Qoèlet 1,2; 2,21-23; Sal 89; Colossesi 3,1-5.9-11
DISCORSO 107
SULLE PAROLE DEL VANGELO DI LC 12, 13-21:
“VI DICO, ASTENETEVI DA OGNI FORMA D’AVARIZIA”
di sant’Agostino, vescovo (PL 38, 627-632)
Il precetto di guardarsi da ogni specie di cupidigia.
1. Non dubito che voi, i quali avete il timor di Dio, ascoltiate con timore la sua parola e la mettiate in pratica con gioia in modo da ottenere in seguito ciò ch’egli ha promesso e che adesso sperate. Abbiamo sentito poc’anzi il comandamento datoci dal Signore Cristo Gesù Figlio di Dio. Ci ha dato questo comandamento la Verità, la quale non può né ingannare né ingannarsi; ascoltiamola, temiamo, stiamo in guardia. Che cosa dunque ci ha comandato? Dico a voi – dice – di tenervi lontani da ogni specie di cupidigia. Che significa: da ogni specie di cupidigia? Che vuol dire: da ogni specie? Perché aggiunse da ogni specie? Avrebbe infatti potuto dire solo: “Tenetevi lontani dalla cupidigia”. Gli stava invece a cuore di aggiungere: da ogni specie, e dire: Tenetevi lontani da ogni specie di cupidigia.
In qual occasione il precetto fu dato da Cristo.
1.1 Nel santo Vangelo ci appare chiaro il motivo di quell’aggiunta, come l’occasione stessa che diede origine a quel precetto. Un tale infatti aveva pregato Cristo di fare da arbitro contro suo fratello, che gli aveva tolto tutto il patrimonio e non voleva rendere al fratello la parte che gli spettava. Voi vedete bene quanto giusta ragione aveva quel tale che aveva pregato Cristo di fare da arbitro. In realtà egli non cercava di rubare la roba d’altri ma cercava la roba lasciatagli dai genitori, reclamava solo la sua proprietà interponendo il Signore come arbitro e giudice. Aveva un fratello iniquo ma aveva trovato il giudice giusto contro il fratello ingiusto. Avrebbe dovuto dunque perdere l’occasione per una causa tanto giusta? Oppure chi avrebbe potuto dire a suo fratello: “Rendi la parte dovuta a tuo fratello” se non glielo avesse detto Cristo? Glielo avrebbe forse detto il giudice che probabilmente il fratello, divenuto più ricco per la sua rapina, avrebbe potuto corrompere con dei regali? Lo sventurato dunque privato dei mezzi lasciatigli dai genitori, avendo trovato un giudice di quella specie e altamente qualificato, gli si avvicina e lo prega d’interporsi come arbitro e gli espone in due parole il proprio caso. Quale motivo infatti c’era di esporre il caso per filo e per segno, dal momento che parlava a Colui che poteva vedere anche il cuore? Signore – disse – di’ a mio fratello di spartire con me l’eredità. Il Signore non gli rispose: “Venga qua tuo fratello”. Ma neppure mandò a intimargli di comparire in giudizio o, se già era lì presente, a chi lo aveva chiamato a giudicare disse: “Dimostra ciò che asserivi”. Chiedeva la metà dell’eredità, la chiedeva sulla terra, mentre il Signore gliela offriva nel cielo per intero. Il Signore gli dava molto di più di quanto quello reclamava.