Lc 14,25-33; Sap 9,13-18b; Sal 89; Fm 9b-10.12-17
- Martirio delle sante Perpetua e Felicita e dei loro compagni
Così, dunque, essa racconta: Quando noi vivevamo fra i nostri persecutori, desiderando mio padre piegarmi con le sue parole e, spinto dal suo amore, persistendo nel tentativo di farmi apostatare: «Padre – gli dissi – vedi, ad esempio, questo vaso o quell`orciolo?».
«Lo vedo», mi rispose. Io proseguii: «Puoi tu forse chiamarli con un altro nome diverso da quello che essi sono?». «No», mi rispose.
Ed io allora gli dissi: «Così non posso io essere chiamata con un nome diverso da ciò che sono: cristiana». Mio padre allora, irritato da queste mie parole, mi si scagliò addosso, come volesse strapparmi gli occhi. Tuttavia si limitò a maltrattarmi poi se ne andò, vinto, e portandosi via i suoi diabolici argomenti. Per quei pochi giorni che mio padre fu assente ringraziai il Signore e la sua assenza mi era di sollievo. Proprio nello spazio di quei pochi giorni fummo battezzati, e lo Spirito mi suggerì che all`acqua battesimale non avevo da chiedere altra grazia che la pazienza della carne (nelle sofferenze del martirio).
Dopo pochi giorni fummo incarcerati….
(Acta Martyrum, I, Città Nuova, Roma 1974, pp. 127-131)
Per scaricare il file delle Letture cliccare sul pulsante bianco in basso