Letture patristiche DOMENICA «DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE», II di Quaresima C

Luca 9,28b-36; Genesi 15,5-12.17-18; Salmo 26; Filippesi 3,17-4,1

 

 

OMELIA SULLA TRASFIGURAZIONE

di Gregorio Palamas

 

  1. Contemplando le meraviglie di Dio

Anche noi lodiamo e ci meravigliamo contemplando questa grande opera di Dio, cioè tutta la creazione visibile. La stessa lode e la stessa meraviglia avevano i sapienti pagani pieni di stupore davanti alla creazione che scrutavano. Ma la nostra lode è a gloria del Creatore mentre quelli, sciagurati hanno adorato la creatura al posto del creatore. Vogliamo spiegare con chiarezza le parole dei Profeti, degli Apostoli e dei Padri, per il bene di tutti, e cantare allo Spirito, che ha parlato per bocca dei Profeti, degli Apostoli e dei Padri. Anche quelli che sono a capo di eresie pericolose si sforzano di interpretare queste parole, ma a danno di coloro che li seguono, e rifiutano la verità conforme alla fede, usando le parole dello Spirito contro lo Spirito.

La parola del Vangelo della grazia nella sua sublimità è una parola adatta alle orecchie e alle menti degli anziani; ma i nostri Padri teofori l’hanno purificata con le loro labbra, l’hanno resa adatta a noi tenendo conto della nostra imperfezione. Come quelle madri che amano i loro figli, masticando per loro i cibi troppo duri, li rendono facili a essere assimilati anche per i lattanti; così, come la saliva delle madri diventa alimento per i figli, anche i pensieri che sono nel cuore dei Padri teofori si fanno cibo adatto per coloro che li ascoltano e li seguono. Al contrario, dalla bocca dei malvagi e degli eretici esce veleno mortale che, mescolato alle parole della Vita, le fa diventare veleno di morte per coloro che le ascoltano senza riflettere.

Fuggiamo dunque quelli che non accolgono ciò che hanno detto i nostri Padri e introducono idee proprie, dottrine contrarie; fingono di attaccarsi alla lettera della Scrittura, ma in realtà respingono ciò che è conforme alla fede. Fuggiamo dunque questi più di quanto dovremo fuggire un serpente. Colui che con il suo morso uccide ciò che di noi è effimero, lo separa dall’anima immortale, mentre quelli che strappano con i loro denti l’anima stessa, la separano da Dio. E questa è la morte eterna dell’anima immortale. Fuggiamo dunque tali individui con tutte le nostre forze, e cerchiamo rifugio presso coloro che rettamente insegnano una fede che dà salvezza perché conforme alla tradizione dei Padri…