Letture patristiche Domenica «DELLA VENUTA DEL FIGLIO DELL’UOMO», I d’Avvento A

Matteo 24,37-44; Isaia 2,1-5¸ Sal 121; Romani 13,11-14

 

 

  1. Il ritorno di Cristo

Annunciamo la venuta di Cristo, non la prima solo, ma anche una seconda, molto più bella della prima. La prima fu una manifestazione di pazienza, la seconda porta il diadema della regalità divina. Tutto è per lo più duplice nel Signore nostro Gesù Cristo: doppia la nascita, una da Dio prima dei secoli, una dalla Vergine alla fine dei secoli; doppia la discesa: una oscura, come (rugiada) sul vello (cf. Gdc 6,36-40; Sal 71,6), l`altra piena di splendore: quella che verrà.

Nella prima venuta fu avvolto in panni nella mangiatoia, nella seconda è circondato di luce come d`un mantello. Nella prima subì la croce, subì disprezzi e vergogna; nella seconda viene sulle schiere degli angeli che l`accompagnano, pieno di gloria. Non fermiamoci dunque alla prima venuta solamente, ma aspettiamo anche la seconda.

Nella prima abbiamo detto: Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Mt 21,9), e nella seconda lo ripeteremo ancora: insieme con gli angeli andremo incontro al Padrone, ci getteremo ai suoi piedi e diremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore». Viene il Salvatore non per essere nuovamente giudicato, ma per chiamare in giudizio quelli che lo condannarono. Egli, che tacque la prima volta quando fu giudicato, lo ricorderà agli scellerati che osarono crocifiggerlo, dicendo: Questo facesti, e tacqui (Sal 49,21). Per la divina economia, venne allora ad ammaestrare gli uomini con la persuasione; ora invece per regnare su di loro a forza, anche se non lo vogliono.

Di queste due venute dice il profeta Malachia: E subito verrà al suo tempio il Signore, che voi cercate (Ml 3,1). Ecco la prima venuta. Invece della seconda venuta dice:..

(Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali, 15,1-4)

 

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